TESEO: Oh bella Ippolita, l’ora delle nostre nozze
s’avvicina con passo veloce. Quattro giorni lieti ancora
e sorgerà la luna nuova. Ma con quanta lentezza
cala questa vecchia luna! Essa ritarda l’appagamento
dei miei desideri, come matrigna, o ricca vedova,
che, indugiando a morire, il retaggio assottiglia dell’erede.
IPPOLITA: Quattro giorni saranno presto inghiottiti dalla notte;
e i sogni di quattro notti consumeranno il tempo.
E poi la luna, quale arco d’argento
appena teso in cielo, contemplerà la notte dei nostri fasti.
Mentre scrivo questo pezzo immagino il volto della quasi 40enne Rowena Cade che assiste, estasiata e un po' imbambolata, al celeberrimo scambio di battute tra Teseo e Ippolita che apre Sogno di una notte di mezza estate.
Quello è il personale Big Bang di Rowena.
Quello è l'attimo che innescherà la straordinaria sequenza di eventi che sto per raccontarvi.
Quello è il momento in cui comincia la storia di un sogno, all'apparenza folle e impossibile, chiamato Minack Theatre.
Ma facciamo un passo indietro.
Nata nel 1893, Rowena Cade appartiene ad una raffinata famiglia edoardiana della contea inglese del Derbyshire. All'alba degli anni '20, la ragazza è costretta a trasferirsi sulle coste della Cornovaglia in seguito ad una serie di eventi che hanno coinvolto la sua famiglia.
In questo luogo remoto posto all'estremità sud-occidentale dell'Inghilterra, per 100 sterline acquista il promontorio di Minack, termine che deriva dal più antico"meynek" ossia luogo roccioso.
In cima alla scogliera fa costruire Minack House, la sua abitazione ancora oggi ben visibile.
Qualche anno dopo essersi trasferita in Cornovaglia, è il 1929, Rowena ha l'occasione di assistere ad una rappresentazione all'aperto di Sogno di una notte di mezza estate.
Scommetto che, come tanti altri esponenti della borghesia inglese della sua generazione, anche lei deve essere cresciuta a pane, teatro e Shakespeare.
Leggenda narra che la donna sia rimasta letteralmente folgorata dalla poesia shakespeariana messa in scena sotto il cielo di un'estate inglese, cominciando a rimuginare sulla cosa fino a giungere alla conclusione che sarebbe stato fantastico modificare una parte del promontorio di Minack trasformandola in un teatro a cielo aperto scavato nella dura roccia di Cornovaglia.
Ed è proprio quello che Rowena Cade ha fatto con le sue mani. Letteralmente.
Lo spettacolare Minack Theatre è infatti il frutto del durissimo lavoro di braccia, schiena e gambe, portato avanti per decenni da lei e da un gruppo di persone che decisero di aiutarla a realizzare quel folle sogno fatto in una notte di mezza estate del 1929.
Niente scavatori, niente macchinari da costruzione. Solo picconi, vanghe, scalpelli, martelli, carriole, sbarre, travi, sacchi, carrucole e funi.
E, ogni tanto, qualche bel candelotto di dinamite che non guasta mai.
Fu la stessa Rowena Cade, anni dopo, a descrivere parte del lavoro necessario per costruire i terrazzamenti:"... il mio giardiniere, Billy Rawlings e un altro della Cornovaglia hanno tagliato enormi massi a mano, proprio come il burro inglese tagliato. Alcune fette caddero in mare mentre si spaccavano, seguite da alcune buone imprecazioni; la maggior parte è stata portata in posizione centimetro dopo centimetro con sbarre, sul pendio scivoloso dove un passo incauto avrebbe significato una caduta di novanta piedi nel mare agitato...".
In molti manufatti di pietra che, via via, hanno trovato spazio nel teatro, sono ben visibili le incisioni eseguite utilizzando un cacciavite nel cemento ancora umido.
Su alcuni posti a sedere, anch'essi scavati nella roccia, Rowena ha inciso i nomi e le date delle rappresentazioni teatrali messe in scena, anno dopo anno, nel suo incredibile teatro.
Non riesco ancora a credere che, buona parte di quello che vedete nelle foto è stato realizzato utilizzando del cemento misto alla sabbia che Rowena raccolse nella spiaggia vicina e che poi trasportò con fatica indicibile su per la scogliera armata solo di sacchi, amore per la letteratura, per il teatro e della sua poderosa forza di volontà.
Già nel 1932 il Minack Theatre può essere inaugurato e, naturalmente, Rowena Cade desidera che sia William Shakespeare a porre il primo sigillo.
Così, quella estate del '32 il teatro di pietra farà da spettacolare sfondo naturale a La Tempesta. Scelta obbligata vista la location.
I primi spettatori assistettero alle avventure di Prospero e Calibano stando "comodamente" seduti sui grossi scaloni di pietra, con l'oceano impetuoso a fare da sfondo.
Deve essere stato magnifico.
I mesi, gli anni, i decenni sono passati e, come l'acqua di mare che lentamente modella la pietra, così Rowena e i suoi compagni hanno plasmato le rocce del promontorio di Minack fino a renderlo quell'aspro spettacolo di pietra, mare e vento che è oggi.
La donna continuò a lavorare ininterrottamente al suo teatro fino ai primi anni '70. Morì nel 1983, pochi giorni prima del suo novantesimo compleanno consapevole e felice di essere riuscita a realizzare il suo folle sogno di una notte di mezza estate.
Oggi le attività che ruotano attorno al teatro sono cresciute in modo esponenziale e la complessa macchina organizzativa gestita dall'ente di beneficenza The Minack Theatre Trust CIO, sovraintende all'organizzazione degli spettacoli in cartellone, ai servizi di ristorazione, giardinaggio e formazione per le scuole che, ogni anno, attirano da quelle parti oltre 250.000 visitatori.
Salire fin sopra e affacciarsi dalla cima del teatro per guardare giù.
Allungare lo sguardo verso i terrazzamenti, i gradini tortuosi e le linee ricurve.
Poi più giù verso la pavimentazione a scacchiera del palco e le rovine di pietra appositamente assemblate per fargli da sfondo.
Infine ancora più giù ad inquadrare le rocce caoticamente ammassate dal lavoro infinito di un oceano che continua nella sua opera restando del tutto indifferente ai fatti umani.
Ecco, in poche righe, la visione immaginata e poi realizzata da Rowena Cade che, da quasi un secolo, incanta folle di appassionati e turisti provenienti da tutto il globo.
Assistere ad una delle rappresentazione teatrali in cartellone al Minack, magari in concomitanza con il sorgere della luna, suscita emozioni purtroppo difficili da trasmettere con la scrittura.
Anche alla luce del sole, la magia di questo luogo resta immutata.
Mi piace immaginare che ogni pietra del promontorio di Minack abbia assorbito lo spirito vitale di Rowena e che lo custodirà per sempre.
A I&G
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