Perché, come un segugio, cerco le tracce di librerie e biblioteche quando ho l'occasione di viaggiare? Ci sono mille ragioni pratiche ed estetiche, oltre che culturali. Sono luoghi che gratificano gli occhi e l'anima. Spesso raccontano storie uniche sulle persone che prima li hanno immaginati e poi li hanno creati. Tutti i libri che custodiscono per il prestito o per la vendita, costituiscono i mattoni alla base della civiltà. Le biblioteche nazionali, ad esempio, paiono finestre affacciate sull'anima di un popolo. Ma questa mia (nostra) passione non è certo una novità.
Durante il Rinascimento gli umanisti europei andavano a caccia delle biblioteche monastiche abbandonate disseminate in tutta Europa nel tentativo di salvare i preziosissimi e rarissimi manoscritti che, dal tardo Medioevo in poi, erano caduti in un triste e ammuffito abbandono. Addirittura, nel XVIII secolo, le antiche biblioteche erano al centro del Grand Tour e facevano spesso da sfondo ad una ricca letteratura di viaggio. Insomma, librerie e biblioteche sono mete imprescindibili quando mi allontano da casa. Luoghi pieni di tracce del nostro passato e di indizi sul nostro futuro, che mi spronano ad indossare, almeno per qualche ora, gli abiti di Mr. Holmes.
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