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Leggere per sopravvivere

Durante il primo conflitto mondiale, nei rari momenti di riposo concessi, buona parte dei soldati cercava di staccare fumando una sigaretta.

I pochi fortunati, quelli che in precedenza avevano imparato a leggere e a tenere in mano una penna, passavano il loro tempo scrivendo lettere ai propri cari o leggendo quella manciata di libri che riuscivano a giungere al fronte.

In quella guerra, anche nei momenti più duri, la lettura di qualche pagina di un vecchio e malridotto libro, poteva servirti a mettere da parte per qualche istante l'insostenibile e terrorizzante attesa del prossimo attacco, così come l'incubo di fango e freddo che era la trincea.

Questi bisogni generarono una sorta di mutuo soccorso letterario tra commilitoni, qualcosa a metà strada tra l'odierno bookcrossing e la tradizione del "caffè sospeso" in uso tra i bar di Napoli.

In uno scenario violento e fortemente stressante, nel quale l'algido tocco della morte poteva sfiorarti in ogni istante, alcuni soldati non si limitarono a leggere. I più altruisti cominciarono ad abbandonare volutamente romanzi e riviste nelle postazioni e nelle trincee, in modo da lasciarli in dono a chi li avrebbe sostituiti.

A questa occasione di lettura se ne aggiungevano altre: libri trovati nelle case abbandonate, volumi ricevuti via posta dalle proprie famiglie o ancora quelli che giungevano al fronte grazie al mirabile sforzo di molte biblioteche pubbliche.

Tutta questa letteratura, questa straordinaria occasione di conoscenza, questo scudo capace di arginare la barbarie che li circondava, arrivava tra le mani dei soldati in prima linea per poi iniziare a viaggiare da lettore a lettore contribuendo a creare una vera e propria biblioteca di guerra. O forse sarebbe meglio definirla una farmacia per l'anima e il cuore di poveri ragazzi mandati a sacrificare le loro giovani, vergini e inconsapevoli vite.

Durante la guerra, quando il fragore della battaglia svanisce per qualche ora, c'era chi provava a cercare un po' di conforto nella lettura di un libro.

Sono assolutamente certo che qualcosa di simile stia accadendo anche adesso da qualche parte verso nord-est, dove uomini e donne di tutte le età, costretti alle armi da un conflitto insensato, cercano di dimenticare l'incubo stando nascosti in trincee di terra rinforzate con sacchi di sabbia, o appoggiandosi alle spesse pareti di cemento di un rifugio, o stando seduti all'interno di un veicolo blindato.



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