Non abbiamo notizie del rapporto tra l'Hitler ragazzo e i libri, ma la nebbia comincia a diradarsi qualche anno dopo. La prima lettura a cui è stato possibile risalire con assoluta certezza, Hitler la fece durante la Prima Guerra Mondiale quando era al fronte come caporale.
Si tratta di una guida artistica di Berlino scritta, destino beffardo, dall'ebreo Max Osborn e pubblicata nel 1909.
Successivamente, dalle indagini svolte sulla sua biblioteca, appare evidente come Hitler si fosse invaghito del fervente patriota e convinto antisemita Dietrich Eckart, un celebre drammaturgo e giornalista bavarese, che gli fece da mentore durante il suo ingresso nella società che contava.
Il periodo a cavallo tra le due guerre, fu quello delle letture che strizzavano l'occhio all'occultismo, alla magia, all'esoterismo, al nazionalismo e all'antisemitismo puro e duro.
Insomma il cantiere letterario di quello che sarà definito il nazismo magico.
In quegli anni passò del tempo anche in carcere in seguito al fallito tentativo di colpo di stato portato avanti insieme ad altri esaltati dell'epoca. Venne arrestato nel 1923 e rimase rinchiuso nella fortezza di Landsberg per nove mesi passati a leggere, tra gli altri, Paul de Lagarde, Hans F.K. Gunther, Houston S. Chamberlain e Henry Ford.
È il periodo che partorirà quell'abominio d'inchiostro chiamato Mein Kampf.
Il folle dittatore tedesco conosceva in realtà poco della letteratura tedesca. Certamente ha letto e apprezzato Nietzsche e Schopenhauer e, tra i suoi contemporanei, Ernst Jünger.
I suoi scaffali ospitavano anche tutta la produzione di William Shakespeare. Pare apprezzasse soprattutto il ciclo dei drammi storici che, oggettivamente, sono pieni zeppi di spunti profondi e meravigliosi sul tema del potere.
Anche le letture di svago, i romanzi d'avventura e d'azione erano ben rappresentate nella sua collezione che, composta da oltre 16mila volumi, spaziava in lungo e in largo, concedendo molto spazio alle biografie dei grandi condottieri e dittatori del passato. Cosa immaginabile.
Tuttavia, la principale area di interesse, nonché la più rappresentata in termini numerici, era un'altra: quella dei libri a tema militare. Altrettanto ovvio.
Ben 7mila volumi dedicati agli aerei da combattimento, ai carri armati, alla fanteria, ai sommergibili, etc. affollavano gli scaffali della collezione hitleriana.
Libri ai quali pare che il Führer si affidasse spesso per approfondire la reale forza bellica dei nemici.
Dopo la caduta di Berlino, non si hanno notizie precisissime sulla sorte di questo grosso quantitativo di libri.
Pare che circa 4mila volumi furono prelevati dall'esercito statunitense per poi essere spostati negli USA e, successivamente, distribuiti in più biblioteche, inclusa la Library of Congress.
Quasi certamente, il resto dei libri di Adolf Hitler, celebre bruciatore di corpi ma anche di libri, andò distrutto.
Per approfondire l'argomento consiglio l'unica fonte autorevole universalmente riconosciuta come tale: La biblioteca di Hitler. Che cosa leggeva il Führer, di Timothy W. Ryback.
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