Verso la fine del 1959, l'Italia venne invasa dai gettoni telefonici. Per decenni, questi piccoli oggetti di metallo hanno accompagnato la vita di tutti noi. Compagno inseparabile, il gettone del telefono ce lo trovavamo sempre in tasca mescolato alle monete e sempre pronto ad essere usato per una chiamata da fare al volo.
Il 31 dicembre 2001 il gettone andò definitivamente in pensione, trascinandosi lentamente dietro anche un altro manufatto simbolo di un'era analogica che non c'è più: la cabina telefonica.
Da allora, le cabine hanno avuto diverse strambe destinazioni d'uso. Quella forse più gettonata, è proprio il caso di dirlo, è stata come vecchio e arrugginito orinatoio pubblico perfettamente integrato nel tessuto urbano e del tutto invisibile alle masse.
Per fortuna, negli ultimi tempi, alcuni esemplari di queste vecchie vestigia urbane dal tratto prepotentemente vintage, stanno vivendo una seconda e ben più affascinante vita.
Da cabine telefoniche, alcune sono state riconvertite in piccole e affascinanti biblioteche di quartiere. Da luoghi della comunicazione simmetrica a rifugi dove regna sovrana la comunicazione asimmetrica tra scrittore e lettore.
Il fenomeno ha ormai assunto proporzioni planetarie. Anche in Italia c'è più di un esempio in tal senso, come quella che vedete sopra, posizionata qualche tempo fa all'interno del parco giochi Zietta Liù di Torresina, dalle parti di Roma.
C'è qualcosa di più affascinante e appagante di una vecchia cabina del telefono che si reincarna in un'accogliente biblioteca? C'è un modo più divertente ed efficace per avvicinare i bambini alla lettura?
Purtroppo, la maggior parte delle cabine telefoniche non potrà mai sperimentare un simile ringiovanimento. Peccato.
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