Qualche anno fa, un gruppo di giovani ricercatori e bibliotecari, fu coinvolto in qualcosa di straordinario. Nel piccolo villaggio di Mondion, nel sud della Francia, parteciparono alle attività di archiviazione e catalogazione di una delle più affascinanti biblioteche private del mondo. Andavano infatti catalogati i 30.000 libri che appartenevano alla collezione personale dello scrittore e saggista Alberto Manguel.
Argentino di nascita ma nomade di professione (oltre ad essere stato direttore della biblioteca nazionale argentina), la sua crescita intellettuale è stata fortemente segnata dalla vicinanza a Jorge Luis Borges (anche lui ex direttore della stessa biblioteca), che conobbe da ragazzino in una libreria, ma quella è un'altra bellissima storia.
Il giovanissimo Alberto divenne l'occhio di Borges quando il celeberrimo scrittore perse la vista ma non la voglia di leggere i libri. Chissà, forse è per questo che, con il passare degli anni, la collezione di Alberto Manguel ha assunto una conformazione quasi labirintica nei suoi contenuti. Ma torniamo alla campagna francese.
Il girovagare professionale, ad un certo punto portò Manguel a trasferirsi in Francia. E' lui stesso a raccontarci (nel suo Vivere con i libri. Un'elegia e dieci digressioni ) che appena si imbatté in un rudere di una canonica del XII secolo, con annessi giardino e fatiscente granaio di pietra, fu amore a prima vista. La prima decisione riguardò il granaio: sarebbe stato ristrutturato per ospitare la sua biblioteca.
La collezione di Manguel è aperta a tutti i libri: belli e brutti, di grande valore o economici, libri antichi o contemporanei, da collezione o non.
"Senza un catalogo, una biblioteca non esiste", disse una volta. Il fatto è che quello della sua biblioteca era solo nella sua testa. Parliamo di una mente straordinaria, capace di memorizzare interi passaggi di un libro e di indicarti esattamente su quale scaffale trovarlo. Un altro aspetto che lo accomuna a Borges.
I libri della collezione Manguel sono pieni zeppi di tracce lasciate dal loro celebre proprietario o dai suoi amici: note, dediche, biglietti musei, treni, librerie, aerei, etc.
Era un esemplare magnifico questa biblioteca. Ne parlo al passato perché in anni più recenti, a causa di un nuovo trasloco a New York, il giramondo Manguel, decise di smembrarla portandosene dietro solo la parte a lui più cara e immagazzinando il grosso in qualche remoto magazzino chissà dove.
Era bella, magnifica, la biblioteca di Alberto Manguel. Apparteneva, temo, ad una specie in serio pericolo di estinzione.
NOTA: Tra i suoi scritti, consiglio caldamente la lettura di Diario di un lettore, Una storia della lettura, La biblioteca di notte, Una storia naturale della curiosità, Vivere con i libri. Un'elegia e dieci digressioni e, naturalmente, Con Borges.
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