Il lettore ideale è lo scrittore appena prima che le parole prendano forma sulla pagina.
Il lettore ideale esiste nel momento che precede quello della creazione.
Il lettore ideale non ricostruisce una storia: vi prende parte.
Un famoso programma sui libri per bambini della BBC iniziava sempre con il conduttore che chiedeva: “Siete seduti comodi? Allora iniziamo”. Il lettore ideale è anche chi sta seduto in modo ideale.
Le raffigurazioni di san Gerolamo lo ritraggono chino sulla sua traduzione della bibbia, nell’atto di ascoltare la parola di Dio. Il lettore ideale deve imparare ad ascoltare.
Il lettore ideale è il traduttore. Egli è in grado di selezionare il testo, togliere la buccia, tagliare fino al nocciolo, seguire ogni arteria e ogni vena per poi dar vita a un essere senziente del tutto nuovo. Il lettore ideale non è un tassidermista.
Per il lettore ideale tutti gli artifici sono familiari.
Per il lettore ideale tutte le battute sono nuove.
“Bisogna essere inventori per leggere bene” Ralph Waldo Emerson.
Il lettore ideale ha una capacità di oblio illimitata. Può bandire dalla memoria la nozione che il Dottor Jekyll e Mr Hyde sono la stessa persona, che a Julien Sorel verrà tagliata la testa, che il nome dell’assassino di Roger Ackroyd è Tal dei tali.
Il lettore ideale non nutre alcun interesse per le opere di Bret Easton Ellis.
Il lettore ideale sa quel che lo scrittore intuisce soltanto.
Il lettore ideale sovverte il testo. Il lettore ideale non dà per scontata la parola dello scrittore.
Il lettore ideale è un lettore cumulativo: ogni volta che legge un libro aggiunge un nuovo strato di memoria alla narrazione.
Ogni lettore ideale è un lettore associativo. Legge come se tutti i libri fossero opera di un unico autore eterno e fecondo.
Il lettore ideale non riesce a esprimere a parole il proprio sapere.
Nel chiudere il libro, il lettore ideale sente che, se non l’avesse letto, il mondo sarebbe più povero.
Il lettore ideale ha un gran senso dell’umorismo.
Il lettore ideale non conta mai i suoi libri.
Il lettore ideale è generoso e al contempo avido.
Il lettore ideale legge tutta la letteratura come se fosse anonima.
Al lettore ideale piace usare il dizionario.
Il lettore ideale giudica un libro dalla copertina.
Leggendo un libro scritto secoli prima, il lettore ideale si sente immortale.
Paolo e Francesca non erano lettori ideali, perché confessano a Dante che, dopo il primo bacio, non lessero oltre. Il lettori ideali si sarebbero baciati per poi proseguire la lettura. Un amore non esclude l’altro.
Il lettore ideale non sa di essere il lettore ideale finché non raggiunge la fine del libro.
Il lettore ideale condivide l’etica di Don Chisciotte, il desiderio di Madame Bovary, la lascivia della donna di Bath, lo spirito di avventura di Ulisse, la tempra di Holden Caulfield, almeno per la durata del racconto.
Il lettore ideale percorre il sentiero battuto. “Un buon lettore, gran lettore, un lettore attivo e creativo è un rilettore.” Vladimir Nabokov.
Il lettore ideale è politeista.
Il lettore ideale mantiene, per un libro, la promessa della risurrezione.
Robinson Crusoe non è un lettore ideale. Legge la Bibbia per trovarvi risposte. Il lettore ideale legge per trovare domande.
Ogni libro, bello o brutto che sia, ha il suo lettore ideale.
Per il lettore ideale, è possibile leggere ogni libro, in certa misura, come la propria autobiografia.
Il lettore ideale non ha una nazionalità precisa.
Talvolta uno scrittore deve aspettare diversi secoli per trovare il suo lettore ideale. A Blake ci sono voluti centocinquant’anni per trovare Northrop Frye.
Il lettore ideale di Stendhal: “Scrivo per un centinaio di lettori appena, per esseri infelici, affabili, affascinanti, mai virtuosi o ipocriti, cui vorrei riuscire gradito; ne conosco a malapena un paio”.
Il lettore ideale conosce l’infelicità.
Il lettori ideali cambiano con l’età. Il lettore ideale quattordicenne delle Venti poesie d’amore di Neruda non ne è più il lettore ideale a trent’anni. L’esperienza offusca alcune letture.
Pinochet, che bandì il Don Chisciotte perché riteneva che incoraggiasse la disobbedienza civile, ne era il lettore ideale.
Il lettore ideale non esaurisce mai la geografia del libro.
Il lettore ideale dev’essere disposto non solo a sospendere l’incredulità, ma ad abbracciare una nuova fede.
Il lettore ideale non pensa mai: “Se solo…”.
Scrivere sui margini è segno distintivo del lettore ideale.
Il lettore ideale fa proseliti.
Il lettore ideale è inconsapevolmente eccentrico.
Il lettore ideale è capace di innamorarsi di uno dei personaggi del libro.
Il lettore ideale non si preoccupa degli anacronismi, della veridicità documentale, dell’esattezza storica, della precisione topografica. Il lettore ideale non è un archeologo.
Il lettore ideale applica in modo inflessibile le norme e i precetti che ciascun libro crea per sé.
“Vi sono tre tipi di lettore: il primo è quello che si diverte senza giudicare; il terzo, quello che giudica senza divertirsi; l’altro, nel mezzo, è quello che giudica mentre si diverte e si diverte mentre giudica. Quest’ultima categoria riproduce fedelmente una nuova opera d’arte; i suoi membri non sono numerosi” Goethe in una lettera a Johann Friedrich Rochlitz.
I lettori che si suicidarono dopo aver letto il Werther non erano lettori ideali, ma solo sentimentali.
I lettori ideali di rado sono sentimentali.
Il lettore ideale desidera giungere alla fine del libro, ma anche sapere che il libro non finirà mai.
Il lettore ideale non è mai impaziente.
Il lettore ideale non si preoccupa dei generi letterari.
Il lettore ideale è (o sembra) più intelligente dello scrittore; il lettore ideale non gliene fa una colpa.
Arriva un momento in cui ogni lettore si considera il lettore ideale.
Il Marchese de Sade: “Scrivo solo per quelli che sono in grado di comprendermi, che mi leggeranno senza pericolo”.
Il Marchese de Sade sbaglia: il lettore ideale è sempre in pericolo.
Il lettore ideale è il protagonista del romanzo che sta leggendo.
Paul Valéry: “Un ideale letterario: alla fine non sapere come chiudere una pagina salvo che con ‘il lettore’”.
Il lettore ideale è uno con cui lo scrittore non disdegnerebbe trascorrere una serata, davanti a un bicchiere di vino.
Il lettore ideale non va confuso con il lettore effettivo.
Uno scrittore non è mai il proprio lettore ideale.
La letteratura non dipende dai lettori ideali, ma solo da lettori sufficientemente bravi.
Da “Al tavolo del Cappellaio Matto” di Alberto Manguel.
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