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Gli antenati bibliofili di Lady Diana


Althorp House, immersa nel verde del Northamptonshire, è il regno della famiglia Spencer dal lontano 1688. Quell'anno, dopo una radicale rivisitazione da parte dell'architetto Henry Holland, l'edificio venne inaugurato da Robert Spencer, conte di Sunderland.

Questa splendida tenuta di campagna che si estende per oltre 60 km², custodisce da secoli i tesori e i ricordi degli Spencer.

Il più celebre tra questi è ovviamente la tomba di Diana. La principessa del Galles, per volere della famiglia, riposa tra le fronde di un piccolo isolotto che si trova al centro di un laghetto a pochi passi dall'edificio principale.

Ancora oggi, nei giorni d'estate questo luogo di pace è meta di un grande pellegrinaggio da parte di moltissimi inglesi e turisti provenienti da tutto il mondo.

Da ben prima della morte di Diana, le sale di Althorp House suscitano lo stupore e l'interesse del mondo intero poiché, nel corso del tempo, la famiglia Spencer ha raccolto una notevole collezione di opere d'arte, oggetti rari e di pregio ancora oggi custoditi tra queste mura.

Per sua stessa ammissione, tra le stanze più care a Charles Spencer, nono conte della dinastia e fratello di Diana, vanno certamente annoverate quelle che ospitano la biblioteca di famiglia a cui accenna anche Martin Latham nel suo recente e imperdibile I racconti del libraio.

Una lunga sequenza di pareti piene di scaffali carichi di libri, spezzata da tanti dipinti (sulla parete della tenuta ce ne sono oltre 600 disseminati in 90 stanze!), un soffitto riccamente decorato, grandi lampadari e due imponenti mappamondi datati 1740 (grazie ai quali, si racconta, il terzo conte Spencer imparò la geografia). Questo è il rifugio preferito dal conte che, tempo addietro, pare fosse ancora più ricco di volumi.

All'inizio del diciannovesimo secolo la biblioteca di Althorp House ospitava una delle più grandi collezioni private di libri d'Europa. Buona parte di questi, furono acquistati da George John, il membro della famiglia che, più di tutti, ha contribuito alla crescita della biblioteca.

Il secondo conte Spencer, vissuto a cavallo tra '700 e '800, fu un grande appassionato di letteratura, esperto cacciatore di incunaboli, nonché fondatore dell'esclusivo club letterario Roxburghe Club.

Tra le altre cose, pare che tra questi ambienti si celino anche molti inestimabili tesori raccolti dal conte George John durante il Grand Tour italiano che fece negli anni della maturità.

Nel 1820, ad esempio, durante un giro d'Europa alla ricerca di rarità bibliografiche, acquistò la quasi totalità della biblioteca di un nobile napoletano, il duca di Cassano Serra.

Si narra anche che quando Napoleone si adoperò per trasferire le case religiose del sud della Germania sotto la giurisdizione civile, il secondo conte Spencer incaricò il monaco benedettino Alexander Horn di recuperare quanti più libri e manoscritti rari possibile, allo scopo di proteggerli e conservarli lontano dalla bulimica brama di tesori che contraddistingueva il condottiero francese.

In quegli anni, Spencer spese moltissime risorse anche per realizzare un sogno: raggruppare in un unico luogo le preziosissime edizioni "aldine" sfornate dai torchi della leggendaria tipografia di Aldo Manuzio. L'operazione gli riuscì quasi completamente, ma questi volumi non vennero conservati ad Althorp House bensì, insieme a tanti altri incunaboli, presso la Spencer House che era la residenza londinese di famiglia.

Alla morte del secondo conte Spencer, avvenuta nel 1834, l'intera collezione aveva raggiunto lo straordinario numero di 43mila volumi (tra cui una copia della Bibbia di Gutenberg e una del Salterio di Magonza).

In un periodo di trentacinque anni, dal 1788 circa, George John Spencer aveva creato una delle più grandi biblioteche private del mondo. Il conte faceva parte di un piccolo gruppo di collezionisti di libri che si autodefinivano bibliomani. Tutti spesero ingenti somme per acquisire libri stampati antichi e rari in un periodo storico che presentò grandi opportunità per i collezionisti.

Erano gli anni in cui in Europa molte biblioteche aristocratiche e monastiche venivano dismesse e smembrate a causa della rivoluzione francese e delle guerre napoleoniche.

In quel periodo un fiume di libri fu distrutto o cambiò di mano. Molti di questi, oltre 10mila tra i più preziosi, trovarono la loro nuova casa tra gli scaffali delle grandi biblioteche d'Inghilterra.

Purtroppo, da allora la collezione Spencer ha subito notevoli ed importanti perdite. Un buon quantitativo di volumi, ad esempio, fu donato tempo fa da una vedova Spencer all'Università di Manchester, dove tutt'ora è conservato.

Come racconta anche Stuart Kells nel suo celebre La biblioteca. Un catalogo di meraviglie, la collezione Spencer subì la sua più grande emorragia di libri nel 1892 durante un'asta passata alla storia.

Quella massiccia vendita fu voluta dal quinto conte Spencer nel tentativo di far fronte alla perdita di reddito degli affari di famiglia a seguito di una forte depressione che, poco prima, aveva colpito il settore agricolo.

Alla vigilia dell'asta, pare ci fossero molti timori che la collezione potesse essere divisa o venduta all'estero. Per fortuna, Enriqueta Rylands riuscì ad acquistarla per la stratosferica cifra di 210.000 sterline, con l'obiettivo di conservarla all'interno della John Ryland Library che stava costruendo a Manchester. Tutti quei volumi sono ancora oggi conservati in questa biblioteca.

Nonostante tutto questo, grazie al grande lavoro di raccolta bibliofila e conservazione svolto dagli antenati della principessa Diana e da suo fratello (che rilevò la tenuta quando aveva 27 anni), ancora oggi quando entriamo nelle sale di Althorp House (è possibile visitare la tenuta nei periodi estivi) i nostri occhi restano sconvolti da tanta magnificenza.

Grazie e buona lettura conte.






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