Nel circuito dei bibliofili, pronunciare le due magiche parole "First" "Folio", significa evocare immediatamente un sogno proibito.
Il volume, pubblicato nel 1623, a sette anni dalla morte di William Shakespeare, contiene 36 delle sue 37 opere teatrali.
Quell'anno, per la prima volta l'opera omnia di Shakespeare veniva raccolta in un unico libro. In esso erano addirittura presenti anche alcuni capolavori che non erano mai stati pubblicati in precedenza (es. Macbeth, Giulio Cesare, Antonio e Cleopatra, La tempesta, Il racconto d'inverno e tanti altri).
A volte, stento ancora a credere che, se non fosse stato per la forza di volontà e la tenacia di Heminges e Condell, membri della Stationers Company (una corporazione londinese nata per difendere gli interessi degli stampatori, dei cartolai e di tutti coloro che sono impegnati nella produzione di opere stampate) che si adoperarono per raccogliere buona parte della produzione di Shakespeare, e dei librai Blount e Jaggard che credettero nel progetto pubblicando il corposo volume, gioielli della letteratura come Macbeth e Giulio Cesare sarebbero andati perduti per sempre.
Stiamo parlando di un libro che è ampiamente considerato la più grande opera in lingua inglese, in quanto nessuno scritto nella storia ha avuto un impatto così colossale sulla letteratura e sulla lingua anglosassone come il First Folio.
Le prime copie cominciarono a circolare nelle librerie inglesi verso la fine del 1623. La versione non rilegata veniva venduta al prezzo di 15 scellini, quella rilegata a una sterlina, ossia l'equivalente di tre mesi di guadagno per un commerciante abbastanza affermato.
Prima della sua pubblicazione, alcune delle opere del Bardo erano state pubblicate solo individualmente e in formato in-quarto, ossia piccoli opuscoli realizzati piegando un foglio stampato in quattro fogli, per formare otto pagine.
Il formato in-folio invece, era più grande e veniva realizzato piegando a metà fogli di carta stampata per formare quattro pagine.
È da tenere presente che, nel XVIII secolo, i libri venivano considerati oggetti d'arte a pieno titolo e questo formato era solitamente riservato alle Bibbie, ai testi teologici e ai libri di diritto, apprezzati non solo per il loro contenuto, ma anche per il loro aspetto fisico.
Nel corso dei secoli, numerosi sono stati i tentativi di preservare il First Folio utilizzando copie incomplete smontate e spostate in altre versioni imperfette.
Di conseguenza, le versioni complete e perfettamente intatte, sono incredibilmente rare. Solo 235 copie del libro sono sopravvissute e la stragrande maggioranza appartengono ad importanti istituzioni, musei e biblioteche (la celeberrima Folger Shakespeare Library ne conserva 82, mentre 36 dovrebbero essere le copie ancora presenti nel Regno Unito). I numeri relativi al First Folio sono questi:
- 750 (il numero di copie che si ritiene siano state stampate nel 1623)
- 235 (il numero noto per essere sopravvissuto)
- 900 (il numero di fogli che compongono una copia completa)
- 56 (il numero di copie ritenute complete, ovvero che conservano tutti i fogli originali)
- 5 (il numero di copie in mano a privati)
Una di queste cinque rarissime copie, il 14 ottobre 2020 fu messa all'asta da Christie's, per conto del Mills College di Oakland, il più antico college universitario femminile degli Stati Uniti occidentali. La copia era sbarcata negli USA nel 1961 quando, un investitore immobiliare americano, la acquistò dalla celeberrima libreria antiquaria londinese Bernard Quaritch Ltd.
La copia del Mills College era ed è in condizioni eccezionali e venne messa all'asta insieme ad una lettera vergata nel 1809 da Edmond Malone, editore e grande studioso shakespeariano che ne certifica l'eccellente stato.
La stima di partenza fatta dagli esperti di Christie's, oscillava tra i 4 e i 6 milioni di dollari.
Prima dell'asta prevista nell'autunno 2020, l'ultima volta che una copia completa del libro era apparsa sul mercato, risaliva al 2001 e la sua stima iniziale fu tra i 2 e i 3 milioni di dollari, mentre il prezzo di vendita raggiunse la clamorosa cifra di 6,166 milioni di dollari.
Dopo una battaglia telefonica tra tre agguerriti acquirenti durata circa sei minuti, nella memorabile asta del 14 ottobre 2020 il First Folio del Mills College fu battuto alla stratosferica cifra di 9,978,000 milioni di dollari, diventando l'opera letteraria più costosa della storia.
L'acquirente fu Stephan Loewentheil, noto antiquario e collezionista di libri e fotografie rari, nonché fondatore e presidente del 19th Century Rare Book and Photograph Shop.
Intervistato dalla CNN dopo essersi aggiudicato il libro dei libri, Mr Loewentheil ha affermato: "La più grande opera in lingua inglese, certamente la più grande opera di teatro, è qualcosa che chiunque ami la cultura e la letteratura deve considerare come un oggetto divino".
Sognando di possedere questo libro da prima di compiere 30 anni, non posso che essere d'accordo con lui.
Qualcosa mi dice che, per lunghissimo tempo, non vedremo più una copia completa del First Folio sbarcare sul mercato. Molti di noi potranno così continuare a sognare.
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Photo credit: Reuters/Timur York/Forbes
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